Jumbo-Visma, il MPCC risponde a Dumoulin: “Rispettiamo la scelta, ma le sue argomentazioni non sono buone”
Il MPCC non ci sta e commenta l’addio di Tom Dumoulin. Il ciclista neerlandese ha dichiarato in una recente intervista di aver lasciato il Movimento Per un Ciclismo Credibile, deluso da alcune decisioni prese nel recente passato. Tra tutte, quella di permettere lo svolgimento della Parigi-Nizza 2020 nonostante una situazione sanitaria piuttosto complicata in Francia e nel resto d’Europa e l’opposizione all’utilizzo dei chetoni, tecnologia pensata per migliorare le prestazioni dei corridori che non rientra nelle sostanze vietate dalla WADA. Il corridore di Maastricht era entrato a far parte del movimento ai tempi del Team Sunweb, che ne fa parte, e ne era rimasto nei primi mesi di permanenza alla Jumbo-Visma, la quale ne era uscita nel 2015.
Il presidente del MPCC Roger Legeay ha parlato della scelta del vincitore del Giro d’Italia 2017 in un’intervista a Cyclingnews: “Rispetto la scelta di ognuno, ma nel caso di Tom Dumoulin le argomentazioni non sono semplicemente buone. Il MPCC non è intervenuto in alcun modo sulla possibilità di correre la Parigi-Nizza, abbiamo fatto un comunicato in cui abbiamo detto che i corridori dovrebbero rispettare le regole dei loro governi e non allenarsi all’aperto se questa misura era raccomandata nel loro Paese. Questa era la nostra posizione, che non è cambiata. E penso che questo sia legittimo, normale e credibile. Durante la Parigi-Nizza, non c’era un lockdown in Francia e nessuna proibizione dal governo, quindi gli organizzatori hanno potuto svolgere la corsa“.
Sulla questione chetoni, Legeay ha spiegato: “Dumoulin ha detto che è stato il MPCC a suggerire che i chetoni siano una sostanza pericolosa, ma non è affatto così. È stato un giornale scientifico belga a concludere che prendere chetoni migliora le performance del 15%. Non lo ha detto il MPCC, e i chetoni non sono stati proibiti dal MPCC fino a che non è emersa la pubblicazione. Molti medici del movimento hanno visto la situazione e hanno detto che non avremmo usati i chetoni, perché ci sono ancora troppe incognite sul loro utilizzo. Per questo abbiamo scelto di non farli usare finché non si conosce qualcosa di più“.
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